Molto spesso ci imbattiamo in siti web realizzati e poi non ottimizzati, o peggio ancora, trascurati nel tempo.
In altri nostri articoli abbiamo già affrontato tematiche affini, se sei interessato puoi dare un’occhiata anche a come gestire i messaggi di errore e conferma. Questa volta, però, vogliamo trattare la gestione dell’errore 404 e come sfruttare al meglio i tempi di caricamento, servendoci anche di esempi reali.
Cos’è l’errore 404 e come “sfruttarlo al meglio”
Navigando online ti sarai sicuramente imbattuto nella classica scritta “errore 404 pagina non trovata“.
Questo accade quando si prova a visualizzare un contenuto che non esiste più o al quale è stato cambiato l’indirizzo o quando si sbaglia a scrivere l’URL (Uniform Resource Locator) di una pagina.

Una pagina con errore 404 ricopre un importante ruolo strategico: l’obiettivo da non trascurare è renderla “parlante” per fornire all’utente delle valide alternative di navigazione.
Come scrivere il microcopy in una pagina con errore 404
Il testo in una pagina con errore 404 deve perseguire 4 obiettivi:
- Spiegare cosa sia successo: evita di parlare di errori o tecnicismi inutili (magari puoi comunque utilizzare il numero 404 perché anche chi non è del settore sa vagamente cosa significa). Piuttosto spiega molto semplicemente che la pagina non è stata trovata o che non esiste più;
- Mostrare empatia: quando un utente si imbatte in queste situazioni rimane insoddisfatto/deluso poiché non ha trovato quello che cercava. Cerca di “consolarlo” utilizzando delle parole o frasi empatiche;
- Fornire delle alternative: non limitarti a spiegare la situazione ma inserisci dei link che permettano all’utente di proseguire con la sua ricerca. Potresti linkare le categorie principali, l’home page o il campo di ricerca del sito;
- Offrire elementi differenzianti: anche le pagine 404 possono essere utilizzate per contraddistinguersi dalla concorrenza.
Ecco alcuni elementi che posso contribuire a dare quel tocco in più, ovviamente sempre se la comunicazione e l’immagine del brand ce lo permettono:
- Utilizzare una grafica originale e accattivante;
- Fornire i contatti di assistenza;
- Utilizzare l’ironia per alleggerire la situazione.
Ecco due esempi reali di brand che hanno saputo sfruttare al meglio questo errore.
Spotify propone un vinile per rimanere sempre in tema musicale, sul quale è stato scritto “404”. Utilizzando un tono accogliente rimanda l’utente alle FAQ, alla sezione Community o a tornare indietro.

LinkedIn propone invece qualcosa di più formale ma comunque in linea con il posizionamento del brand, invitando l’utente al controllo dell’URL per correggere eventuali errori o a tornare a navigare nel proprio feed.

Come influisce sulla SEO l’errore 404
Di per sé l’errore 404 Not Found non influisce negativamente in termini di SEO, ma potrebbe farlo in alcune situazioni specifiche.
Ad esempio, se un utente digitando l’URL di una pagina del tuo sito commette un errore di battitura, si ritroverà inevitabilmente di fronte a questo errore. Ovviamente per Google questa è una situazione che rientra nella normalità. Potrebbe invece rivelarsi un grave problema nel momento in cui un utente cliccando un risultato nella SERP (Search Engine Results Page) di Google, un sito mostra un errore 404 anche se la pagina risulta ancora indicizzata. Ovviamente l’utente tornerà indietro e continuerà ad approfondire la sua ricerca su un altro sito, magari su quello di un competitor.
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L’importanza dei tempi di caricamento ed elaborazione di un sito
Il tempo di attesa di una pagina consiste, in breve, nel caricamento, nell’elaborazione e nella visualizzazione dei contenuti presenti. Inserire in una pagina tanti elementi pesanti come immagini, video ecc, può avere dei riscontri negativi, poiché potrebbero rallentare tutto questo processo.
Ti sarà sicuramente capitato di attendere diversi secondi prima che una pagina venisse caricata (sia per via della connessione o per malfunzionamenti del sito), e magari sarai uscito dalla pagina ancor prima che la visualizzazione fosse completa. È una situazione normale. L’utente online “non ha tempo e voglia di aspettare”, se non ottimizzi questo processo potresti perdere tanti potenziali clienti.
Secondo alcuni studi, il caricamento di una pagina dovrebbe essere massimo di 3 secondi!
Per ovviare ad una eventuale lentezza di caricamento possiamo considerare che il “tempo percepito” è minore se una persona viene intrattenuta rispetto a quando osserva una semplice schermata vuota o parzialmente vuota. Quindi perché non sfruttare questo momento per mostrare qualcosa di strategico per il brand?
Lo stesso discorso lo possiamo applicare ai tempi di elaborazione di un’attività.
Ad esempio, sul sito di Canva, mentre l’utente aspetta la fine del download del lavoro che l’utente ha realizzato, vengono mostra vari messaggi in sequenza, tra cui quello di condividere il progetto con qualcuno o di attivare la prova gratuita del piano a pagamento.


Oppure WeTransfer, mentre mostra la percentuale di trasferimento dei file che saranno inviati, intrattiene l’utente proponendogli di leggere degli articoli estratti dalla sua rubrica “WePresent”.

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In quest’articolo abbiamo dimostrato come l’esperienza degli utenti sulle tue pagine sia un fattore che può incidere notevolmente sulla percezione del valore del tuo brand/prodotto e sull’efficacia dei tuoi servizi. Dedica molta attenzione a queste attività sia durante il processo di progettazione sia durante quello di ottimizzazione.
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