Affinché un sito, come un e-commerce, possa convertire il visitatore in un cliente finale, ogni funzione deve essere ottimizzata nel migliore dei modi.
In questo articolo parleremo di come sfruttare in modo strategico gli stati vuoti presenti in alcune pagine e i placeholder (segnaposto) dei form per la lead generation (generazione di contatti).
Come utilizzare al meglio gli stati vuoti
I testi presenti su un sito influiscono sull’esperienza di navigazione dell’utente e, più in generale, sulla percezione del brand.
Allora perché non farli fruttare al meglio?
Quando una persona si imbatte in uno spazio senza contenuto, come un carrello ancora vuoto, le stai comunicando cosa non c’è (nel nostro esempio i prodotti), ma stai perdendo l’occasione di dirle cosa potrebbe esserci.
Vediamo due esempi concreti.
Gli stati vuoti nei carrelli vuoti e negli ordini precedenti
Rimanendo sempre in tema e-commerce, immagina un utente che dopo essersi registrato si imbatte in frasi come: il tuo carrello al momento è vuoto, nessun prodotto salvato nei preferiti, lista dei desideri vuota e così via.
Soprattutto quando un utente approccia per la prima volta un brand e non conosce bene il sito e tutte le funzionalità esistenti, bisogna guidarlo passo dopo passo. Un carrello potrebbe essere visualizzato per verificare se è stato aggiunto correttamente un prodotto o per vedere se è stato svuotato.
Invece di mostrare una pagina completamente vuota con solo la dicitura “non ci sono articoli nel tuo carrello”, per sfruttarla al meglio potresti in aggiunta:
- Utilizzare un tono di voce in linea con il brand per avviare un dialogo;
- Indirizzare l’utente verso categorie specifiche, come: best seller, bundle, offerte speciali, novità ecc;
Molti siti hanno la pagina “Ordini precedenti” in cui vengono mostrati tutti gli acquisti effettuati in passato. Se un utente ha un profilo nuovo, ovviamente questa pagina sarà vuota, quindi non limitarti a comunicare questa informazione ma aggiungi anche una CTA (call to action) in cui solleciti a procedere con il primo acquisto.
In questo caso, Nike oltre a ricordare che il carrello è vuoto, comunica all’utente che la spedizione gratuita è ottenibile per chi diventa “Member” e, a fine pagina, mostra anche una galleria di prodotti chiamata “Potrebbe piacerti anche”.

Gli stati vuoti nei risultati di ricerca
Solitamente quando su un sito si cerca qualcosa ma il sistema non rileva nessuna corrispondenza, compaiono scritte del tipo “la ricerca non ha prodotto risultati” o “nessun risultato trovato”.
Come nell’esempio precedente, puoi suggerire una di queste possibilità:
- Fornire altri metodi di ricerca, come: cerca per categoria, cerca utilizzando un termine più specifico o generico, controlla l’ortografia.
- Suggerire risultati affini, come: articoli dello stesso scrittore o produttore, articoli della stessa tipologia ecc;
Apple, ancora prima che l’utente inizi a digitare, propone una serie di link utili come le domande frequenti e visualizza i risultati di ricerca in quattro categorie (esplora, accessori, supporto e trova uno store) per aiutare l’utente a trovare quello che realmente cerca.


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Placeholder si o placeholder no?
I placeholder sono dei microcopy di colore chiaro presenti all’intero di un campo di testo come un form.

Spesso, però vengono abusati e utilizzati senza un motivo apparente, influenzando negativamente l’esperienza di navigazione della persona.

Ricorda:
- Distingui le etichette dai placeholder: l’etichetta è il titolo che indica all’utente quale informazione deve inserire nel campo di testo. Solitamente è posizionata al di fuori del campo da compilare. Se questa non dovesse esserci, il placeholder non dovrebbe scomparire al momento dell’inserimento del testo ma dovrebbe spostarsi sopra o fuori dal campo, proprio come fa eBay.

- Utilizza i placeholder con parsimonia: bisogna trasmettere l’idea che ogni form sia facile da compilare. I blocchi di testo non agevolano il raggiungimento di questo obiettivo perché l’utente deve leggere più informazioni.Infatti l’uso eccessivo dei placeholder può illudere che un form semplice sia in realtà più elaborato
Quindi quando andrebbero usati i placeholder?
I placeholder si usano principalmente:
- Quando vuoi invogliare l’utente a compiere un’azione: pensa alla casella di ricerca sui siti o al box per pubblicare un post su Facebook. In questo caso servono a motivare la persona fin da subito;
- Quando un campo necessita di informazioni aggiuntive: un utente potrebbe fraintendere o esitare davanti ad un campo da compilare in cui ci sono vari modi per rispondere. Grazie ad un placeholder si possono fugare eventuali dubbi.
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Nei nostri articoli abbiamo sottolineato più volte l’importanza che l’esperienza di navigazione degli utenti riveste per un brand.
Se l’argomento ti interessa ti consigliamo di leggere anche il nostro articolo “come gestire l’errore 404 e i tempi di caricamento del tuo sito” o di curiosare tra gli articoli consigliati qui sotto.
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