Una delle attività di Marketing più importanti che identificano un’azienda è il Naming, ossia la scelta del nome del brand. Il nome del marchio è un elemento strategico che, insieme al codice iconico, fa parte del Brand Identification System.
Il principale obiettivo di un nome è quello di rimanere impresso nella mente delle persone il più a lungo possibile e per fare ciò bisogna tenere in considerazione alcuni fattori fondamentali.
In questo articolo ti forniremo delle utili informazioni per la creazione di un nome efficace!
Caratteristiche di un nome per il branding
In linea generale è consigliabile selezionare per il proprio brand un nome:
- Breve: per agevolare la memorizzazione da parte delle persone;
- Facile da scrivere e pronunciare: per non creare problemi di comprensione o di scrittura;
- Senza doppi sensi: per evitare che la parola abbia un doppio contenuto o riferimenti fuorvianti. È necessario anche verificare i significati che la parola potrebbe avere nei principali contesti internazionali di riferimento;
- Originale ed unico: per assicurarsi di non duplicare nomi già esistenti e sovrapporsi con altri brand. Si potrebbe ricorrere ad un neologismo come, ad esempio, un acronimo o ispirarsi ad una storia. Impiegare il cognome del fondatore del brand può essere un’alternativa valida, è una garanzia di affidabilità molto comune fra i brand di lusso, perfetto per le aziende che hanno già alle spalle una storia consolidata ma, per ovvie ragioni, poco adatto alle start-up di persone scomosciute.
Un nome è intramontabile quando riesce a rappresentare, nel tempo, l’essenza del brand, perché i consumatori lo associano immediatamente alla sua gamma di prodotti o servizi ma soprattutto all’infinità di emozioni che evoca.
George Eastman, fondatore della Kodak, nello scegliere il nome per il suo brand di pellicole fotografiche, dichiarò: «Mi è sempre piaciuta la lettera K. Mi sembrava molto forte ed incisiva. Il nome che cercavo doveva assolutamente iniziare con una K. Mi sono messo quindi a creare tutte le combinazioni possibili di lettere che potevano formare una parola con inizio e fine in K. La parola Kodak fu il risultato»
Suggerimenti per ideare un nome difficile da dimenticare
Secondo numerosi esperti di marketing, le premesse per il successo commerciale di un nuovo prodotto risiedono in buona parte anche nel naming.
Non perderti dietro a termini troppo fantasiosi od eccentrici, scegli parole semplici ma d’effetto, vai dritto al punto e pensa alle parole chiave da utilizzare.
Ecco le caratteristiche di una buona denominazione:
Persuasiva: un nome deve persuadere, ossia convincere il potenziale acquirente ad acquistare un determinato prodotto o servizio. Sicuramente ti sarà capitato di trovarti di fronte ad uno scaffale di un supermercato per acquistare per la prima volta un prodotto di cui non conoscevi nessuna marca. Come hai scelto? Oltre a basare la scelta sul prezzo, un fattore che entra in gioco è proprio il nome dei prodotti che induce ad acquistare, ad esempio, lo shampoo “Lisci Perfetti” invece di “Original Shampoo”.
Memorabile: deve far materializzare il prodotto o servizio nell’immaginazione del target.
Emozionale: un altro modo per occupare un ottimo posizionamento nella mente del cliente è quello di puntare sulle emozioni. Un’evocazione positiva, come per il precedente punto, contribuisce ad un nuovo acquisto del prodotto.
Suona bene: il suono di un nome deve essere gradevole all’orecchio e suscitare emozioni positive.
Le tipologie di nomi per un brand
Questa grande attenzione per i nomi ha portato ad una classificazione in 4 categorie:
- Parole;
- Non parole;
- Rilevanti;
- Non rilevanti.
Parole: inseriamo in questa prima categoria tutti quei nomi riconoscibili in specifiche lingue come ad esempio “Giovanni Rana”, che si riferisce ad un nome proprio, oppure “Puma” con un chiaro significato proprio.
Non parole: appartengono a questa categoria tutti quei nomi che non hanno un significato autonomo o non immediatamente riconoscibile. Ad esempio “Arcaplanet” è una composizione di parole, “Deezer” è un termine totalmente inventato.
Rilevanti: sono tutti quei nomi che fanno riferimento ad un concetto determinato. Entrambe le categorie “Parole” e “Non Parole” possono essere nomi rilevanti.
Non rilevanti: di questa quarta categoria fanno parte i nomi che, anche dopo un’attenta lettura, non consentono di capire a cosa si faccia riferimento. Un classico esempio è il brand “Apple” che nonostante il nome non vende mele.
La ricerca di anteriorità per un marchio
Il marchio di un’azienda, di un prodotto o di un servizio deve essere legalmente difendibile da eventuali contestazioni e la condizione fondamentale per poterlo proteggere è la registrazione. Questa pratica non è obbligatoria ma altamente consigliabile al fine di evitare spiacevoli conseguenze.
Poiché, però, la maggior parte degli uffici nazionali brevetti e marchi, in fase di esame delle richieste, non verifica il requisito di “novità”, è necessario essere certi che il marchio non sia identico o simile ad un anteriore, già presente nello Stato o negli Stati in cui lo si intende depositare. Ritrovarsi ad utilizzare un marchio già di proprietà di qualcun altro può avere risvolti tanto più gravi quanto più il Brand sia di successo e può richiedere il ritiro della merce dal mercato e il pagamento di un risarcimento. Per non parlare del grave danno d’immagine, dei contratti da rescindere, delle commesse sfumate e delle perdite economiche che derivano dagli investimenti (inutili) sostenuti fino a quel momento per posizionare il marchio sul mercato.
La ricerca di anteriorità può essere svolta con tre modalità:
- In maniera autonoma e gratuita sulle banche dati dei marchi pubblicate on-line;
- Tramite il Servizio di prima assistenza anteriorità offerto dalla Camera di Commercio;
- Rivolgendosi ad esperti qualificati presso studi professionali.
Inoltre, per non incorrere nel rigetto della registrazione, il marchio deve rispettare alcune caratteristiche ben precise.
Tra gli errori più comuni ma facilmente evitabili se conosciuti, annoveriamo:
- Scegliere un marchio descrittivo (coincide con quanto rappresentato o ne illustra le caratteristiche intrinseche quali la provenienza, la destinazione, la qualità. Esempio: un’azienda che tratta abbigliamento sportivo non può adottare il marchio “Abiti sportivi”);
- Proporre termini del gergo comune (Esempio: Top, LoL, Wow).
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In questo articolo abbiamo analizzato alcuni criteri fondamentali per la scelta di un nome, adatto sia ad un brand sia ad un prodotto/servizio. È bene non sottovalutare mai questa operazione e porre sempre la giusta attenzione anche per la scelta di un nome a dominio o di una pagina Facebook.
Sei sei interessato all’argomento ti consigliamo il libro “Naming. Guida per attribuire la migliore denominazione a un’azienda o a un prodotto” come approfondimento.
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