L’obiettivo primario della comunicazione è attirare l’attenzione di chi guarda, legge o ascolta.

Da quando la comunicazione è andata oltre la televisione e i giornali ed è approdata sul web, gli scienziati hanno iniziato a studiare le interazioni degli utenti con i layout delle pagine e con le funzioni dei siti internet.

In questo articolo vogliamo esplorare le caratteristiche dei layout a griglia e confrontarli con i layout a elenco, per capire quali utilizzare nella progettazione delle interfacce grafiche.

Ma prima facciamo un passo indietro e parliamo di neuroscienze.

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Il contributo delle neuroscienze per il marketing digitale

Le neuroscienze non sono discipline così recenti: nel V secolo a.C. Alcmeone di Crotone, medico e filosofo della Grecia antica, scoprì l’esistenza dei nervi ottici e iniziò a ipotizzare che i pensieri risiedessero nel cervello.

Tuttavia è con le tecnologie moderne che siamo riusciti a studiare in modo più preciso le risposte del cervello agli stimoli esterni, inclusi gli stimoli visivi. Oggi sappiamo che le nostre decisioni si basano soprattutto sulle emozioni, e che non siamo consapevoli di quanto esse siano influenzate dalle variabili che caratterizzano il contesto.

Così, se in passato una buona parte della comunicazione si basava sull’idea che il messaggio dovesse parlare alla parte razionale delle persone per poterle convincere a compiere un’azione o ad acquistare un prodotto, oggi quasi tutta la comunicazione cerca di parlare alla nostra parte più emotiva, e di conoscere quelle variabili così influenti sui meccanismi mentali.

Siamo arrivati quindi, negli ultimi anni, a parlare di neuromarketing, cioè un insieme di tecniche di marketing che utilizzano le conoscenze acquisite dalle neuroscienze e le applicano alla comunicazione che si rivolge agli utenti/clienti.

Il neuromarketing e l’organizzazione delle informazioni

Alcune delle variabili così importanti di cui abbiamo accennato riguardano il modo in cui vengono presentate le informazioni: colori, forme, luminosità, movimento, ecc. possono contribuire ad attirare l’attenzione e a mettere in moto delle sensazioni positive o negative di fronte a un messaggio.

Non ci riferiamo solo a messaggi pubblicitari ma anche a pagine internet che forniscono informazioni. Pensiamo ad esempio quante volte ci è capitato di abbandonare un sito perché le informazioni contenute al suo interno erano poco leggibili, presentate in maniera confusa o con colori che non facilitavano la lettura: utilizzare le tecniche del neuromarketing serve a vendere un prodotto o un servizio, ma anche a facilitare la navigazione degli utenti e a progettare interfacce chiare e user-friendly per limitare lo sforzo cognitivo di chi legge.

Il layout a elenco e il layout a griglia per l’organizzazione dei contenuti

Perché il modello a elenco viene definito “modello a F”?

Grazie alle tecniche dell’eye-tracking e dello scan path (entrambe tracciamo i movimenti oculari di un soggetto di fronte a uno stimolo visivo, anche se riportano informazioni diverse) abbiamo capito che il nostro cervello, di fronte a una serie di informazioni disposte in forma di elenco, segue il cosiddetto “modello a F, cioè un percorso oculare che inizia in alto a sinistra, prosegue in orizzontale lungo le righe di testo e va a scalare verso il basso, secondo il senso di lettura diffuso nella cultura occidentale.

Si tratta del tipico percorso visivo che mettiamo in atto di fronte a una SERP (pagina dei risultati di un motore di ricerca): è interessante notare che nel giro di dieci anni, dal 2004 al 2015 circa, mediamente ci limitiamo alla “scansione visiva” della prima parte della “F”, ossia della sua asta verticale. Questo cambiamento si è verificato perché ci soffermiamo sempre meno sulle informazioni: siamo sempre più abituati alla modalità scrolling dei social, e sempre meno orientati alla lettura completa delle righe che richiede ad esempio un libro.

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Cosa succede invece con un layout a griglia?

La grande diffusione delle applicazioni per cellulari e tablet ha portato a un maggiore utilizzo del layout a griglia, che consente all’utente di avere tutte le informazioni a portata di clic o, meglio, di touch.

Sebbene il nostro senso di lettura ci spinga il più delle volte a iniziare dal riquadro in alto a sinistra, nel layout a griglia l’occhio può essere portato a seguire le righe e le colonne come guide per la lettura, in un percorso meno definibile a priori, e che viene influenzato da altri fattori quali le dimensioni e i colori degli elementi presenti sulla pagina.

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Quando utilizzare un layout a griglia o un layout a elenco?

Nella progettazione delle pagine web è necessario tener conto degli obiettivi del progetto, delle azioni che vogliamo che gli utenti compiano sul nostro sito e del modo più funzionale di organizzare i contenuti.

Entrambi i layout hanno caratteristiche diverse, da valutare sulla base delle nostre esigenze.

Il layout a elenco:

  • È molto adatto per quelle pagine che si basano soprattutto su informazioni testuali;
  • Facilita la lettura a “F”, che è il metodo di lettura naturale delle persone;
  • Propone una gerarchia delle informazioni;
  • Non è molto accattivante perché presenta più testo che immagini;
  • Ha lo svantaggio che l’attenzione dell’utente si concentra sulle prime righe, diminuendo via via che procede verso il basso.

Il layout a griglia:

  • Si presta molto per le pagine che si basano sulle immagini;
  • L’attenzione dell’utente si distribuisce in maniera più uniforme sugli elementi presenti;
  • È accattivante, soprattutto se utilizzato con poco testo;
  • Presenta meno informazioni sui singoli oggetti presenti, e quindi l’utente potrebbe essere costretto a navigare in altre pagine;
  • Può richiedere degli altri espedienti visivi per mettere in risalto alcuni elementi rispetto ad altri.

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La scelta del layout più adatto per la progettazione delle pagine web deve basarsi su una progettazione user-centered e user-friendly, per fornire all’utente un’esperienza di navigazione positiva e che lo porti a trovare il prodotto o l’informazione che sta cercando. Le tecniche di neuromarketing ci aiutano a capire il comportamento del nostro cervello, in modo da rendere la progettazione sempre più efficace e rispondente ai bisogni dei nostri utenti.

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